La speranza indiana by Federico Rampini

La speranza indiana by Federico Rampini

autore:Federico Rampini
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi


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La tentazione cinese.

«La prima cosa che provi arrivando a Singur» racconta la reporter investigativa Shoma Chaudhury «è un grande stupore. Singur si trova a soli quarantacinque chilometri da Calcutta, capitale del Bengala, ma lì sei in piena campagna. La terra è generosa. Gli abitanti hanno belle casette solide di pietra rossa. I campi producono abbondanti raccolti di riso, juta, patate e legumi. Ogni cinquecento metri t’imbatti in uno stagno dove sguazzano anatre. La bellezza non viene mai conteggiata dalla macroeconomia.

Eppure gli uomini l’apprezzano. Difendono le cose che amano. A Singur il verde è un colore che ha un senso. È un colore che vive. Ha un peso, una consistenza e un odore che si dimenticano facilmente quando si vive in città. Un colore che evoca generazioni infinite radicate nella terra e in un modo di vita autonomo, per il quale la gente è pronta di automobili a Singur. L’economia della regione ha bisogno di uno stimolo alla crescita e il «Buddha rosso» da tempo guarda al modello cinese.

Il potente vicino asiatico entrò di corsa nel capitalismo globale grazie all’esperimento delle zone economiche speciali voluto da Deng Xiaoping a Canton e Shenzhen, una calamità potente per gli investimenti delle multinazionali e l’industrializzazione. Singur sarà una delle zone speciali del Bengala, un porto franco concesso alla Tata per svilupparvi la nuova vettura del popolo, l’attesissima utilitaria da duemila euro. Ma la gente di Singur non ci sta. Il 25 settembre e il 2 dicembre 2006 la placida zona rurale diventa teatro di guerriglie tra contadini e polizia. Cariche selvagge, gas lacrimogeni, arresti di massa. Nella primavera del 2007 la battaglia riesplode, con un bilancio tragico: sei contadini uccisi negli scontri con i poliziotti. L’amara vittoria del Buddha rosso si traduce in un grande muro di cinta, alto tre metri, eretto per proteggere il terreno di mille ettari concesso alla Tata contro un’eventuale recrudescenza della protesta contadina. Tra la popolazione sconfitta e frustrata, intanto, si infiltrano i ribelli maoisti e naxaliti, gruppetti estremisti che ancora praticano la lotta armata.

Shoma Chaudhury vede scavarsi un fossato profondo d’incomprensione tra due Indie.

«Il governo offre ai contadini una compensazione adeguata, allora perché non se ne vanno? Questa è la reazione della maggior parte degli abitanti delle grandi città, quando sentono nominare i tragici fatti di Singur. Un mio amico indiano che vive negli Stati Uniti è ancora più sprezzante, definisce la vicenda di Singur un melodramma. La pensa come lui gran parte del ceto medio indiano. Il fondo della storia è lo stesso in molte zone del paese: terreni requisiti in nome dello sviluppo della grande industria, espropri sommari, spostamenti di popolazioni, indennizzi insufficienti, mancanza di un vero consenso tra i contadini, intervento repressivo della polizia e dello Stato. Singur è il perfetto esempio delle tensioni che covano in tutto il paese, confrontando forze spesso in perfetta buona fede, ciascuna fermamente convinta di possedere le migliori soluzioni. La coalizione di sinistra che amministra il Bengala sostiene di difendere gli interessi veri del popolo e dei lavoratori. Tata



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